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F.A.Q.

PATOLOGIE DELLE CORDE VOCALI

Che cosa vuol dire “fonochirurgia”?

Il termine indica tutti gli interventi chirurgici che hanno lo scopo di migliorare la qualità della voce, generalmente è utilizzato riferendosi alle patologie benigne delle corde vocali. In senso più ampio il termine di “trattamento fonochirurgico “ oggi si utilizza anche riferendosi al trattamento di patologie come i carcinomi delle corde vocali in stadio non avanzato, che possono essere asportati con approccio endoscopico con il laser preservando il più possibile la voce.

Dopo intervento chirurgico sulle corde vocali è necessario restare in silenzio?

A seguito di intervento fonochirurgico è consigliabile circa una settimana di riposo vocale assoluto, seguita da un periodo di riposo vocale “relativo”. I tempi di riposo variano da soggetto a soggetto a seconda della patologia trattata, dell’entità dell’intervento e dell’impegno vocale richiesto dalla professione praticata.

Dopo intervento chirurgico sulle corde vocali è necessario assumere solo alimenti morbidi?

E’ consigliabile assumere alimenti morbidi nelle prime 24 ore dopo l’intervento; successivamente in genere si può continuare la dieta abituale seguendo i principi igienici che limitano il rischio di reflusso gastroesofageo.

Ho la paralisi di una corda vocale e, nonostante abbia eseguito la terapia logopedica, mi affatico molto nel parlare. E’ possibile migliorare la mia condizione?

Il lipofilling della corda vocale paralitica offre la possibilità di un rapido recupero della qualità della voce e una riduzione dell’affaticamento fonatorio.

Il risultato ottenuto con il lipofilling delle corde vocali è definitivo?

Sì, il risultato si stabilizza nell’arco di circa un mese e resta poi definitivo.

Ho subito un intervento chirurgico di cordectomia e la mia voce è molto poco udibile, come posso migliorare?

In primo luogo è consigliabile eseguire la riabilitazione logopedica; se i risultati non sono soddisfacenti si può ricorrere ad un intervento di lipofilling delle corde vocali

Sono un cantante professionista; mi è stato diagnosticato un polipo cordale; la chirurgia può danneggiarmi?

Se l’intervento fonochirurgico viene eseguito con la tecnica appropriata ed è seguito dal necessario periodo di riposo vocale e, se opportuno, da riabilitazione logopedica generalmente i risultati sono eccellenti con ottimo recupero funzionale.

Ho sentito parlare della tecnica del nanofat utilizzata nell’ambito del lipofilling. Si può applicare anche al trattamento delle patologie della voce?

Sì, il nanofat (tessuto adiposo autologo emulsionato) puo’ essere utilizzato per trattare le cicatrici superficiali delle corde vocali per migliorarne l’elasticità.

Come si eseguono gli interventi sulle corde vocali per patologie benigne?

La chirurgia per asportare patologie benigne delle corde vocali (ad esempio polipi o cisti) si esegue in microlaringoscopia diretta. La visione al microscopio delle corde vocali si ottiene attraverso un laringoscopio (una sorta di tubo rigido che viene inserito dal cavo orale in anestesia generale); la visione dettagliata così ottenuta consente di eseguire l’intervento con massima precisione operando su laringe perfettamente ferma grazie ai farmaci somministrati dall’anestesista. L’intervento può essere eseguito in day hospital.

Sono affetta da noduli delle corde vocali. Devo sottopormi ad intervento?

Il riscontro di noduli (chiamati “calli” delle corde vocali) è indicativo di utilizzo improprio della voce. La riabilitazione logopedica rappresenta il primo trattamento di scelta. In caso di insuccesso della riabilitazione con persistenza di alterazione della voce e di affaticamento fonatorio, o di noduli molto voluminosi si può ricorrere  all’asportazione in microlaringoscopia diretta. L’intervento rappresenta anche un importante momento diagnostico in quanto consente di verificare al microscopio se vi siano ulteriori condizioni patologiche non visualizzabili durante l’esame diagnostico ambulatoriale.

Sono una fumatrice e mi è stato diagnosticato l’edema di Reinke delle corde vocali. Di cosa si tratta? Devo sottopormi ad intervento?

L’edema di Reinke è un accumulo di fluido nello spazio di Reinke – uno degli strati superficiali delle corde vocali- causato da irritazione cronica dovuta soprattutto al fumo di sigaretta e all’abuso della voce.  Smettere di fumare, utilizzare correttamente la voce e trattare eventuale reflusso gastro-esofageo sono misure terapeutiche  essenziali. L’indicazione ad intervento va valutata caso per caso in base all’entità del disturbo vocale; se l’edema causa ostruzione respiratoria non vi è alcun dubbio sulla necessità di intervento in microlaringoscopia diretta.

Mi è stata diagnosticata una cisti della corda vocale e mi è stato consigliato l’intervento; il laser offre vantaggi?

E’ necessario sfatare un mito, il “laser” non è un raggio miracoloso bensì uno strumento essenziale per la chirurgia transorale endoscopica delle neoplasie delle corde vocali. Per quanto riguarda le patologie benigne ottimi risultati vengono  ottenuti nella maggior parte dei casi    mediante strumenti “freddi” , tuttavia il laser CO2 di ultima generazione può risultare utile in casi selezionati perché consente di operare limitando notevolmente il sanguinamento  riducendo al minimo il danno termico alla delicata struttura delle corde vocali.

PATOLOGIE DELLE TONSILLE E DELLE ADENOIDI

Il mio bambino ha avuto 3 episodi di tonsillite acuta febbrile negli ultimi mesi. È consigliabile l’intervento di asportazione delle tonsille?

È consigliabile che il bambino sia visitato e seguito dal suo pediatra e dallo specialista oorinolaringoiatra. È possibile che le recidive di tonsillite ripetute siano dovute ad un “indebolimento” temporaneo del sistema immunitario o anche a ricadute dovute ad una non completa guarigione dall’episodio precedente. In ogni caso l’indicazione all’intervento si basa sul numero di episodi di tonsillite negli ultimi 12 mesi, sulla gravità degli episodi, e sulla eventualità che le tonsille aumentate di volume causino ostruzione respiratoria o addirittura difficoltà nella deglutizione degli alimenti.

Il mio bambino di 4 anni soffre di apnee del sonno, russa e si agita molto nel sonno, si sveglia sudato. Mi hanno consigliato di sottoporlo a tonsillectomia e adenoidectomia, ci sono alternative?

Se il bambino presenta una ipertrofia (=aumento di volume) delle tonsille e delle adenoidi vi è indicazione all’intervento; la tecnica della tonsillectomia intracapsulare o della tonsillotomia permette di asportare il tessuto tonsillare disostruendo la via aerea in modo mini-invasivo riducendo in modo molto significativo sia  il rischio di sanguinamento post-operatorio sia il dolore post-operatorio.

Soffro di alitosi, di frequente sensazione di corpo estraneo in faringe e di irritazione cronica faringea. Mi hanno diagnosticato i tonsilloliti, cosa sono e che cosa posso fare?

I tonsilloliti, o calcoli tonsillari, sono costituiti da placca batterica che ristagna a livello delle cripte tonsillari presentandosi come agglomerati biancastri. A volte non causano alcun sintomo ma, se stazionano a lungo in ampie cripte tonsillari e raggiungono dimensioni cospicue, sono causa di notevole disagio. Se cure locali (rimozione, gargarismi, igiene orale) non sono sufficienti a risolvere il problema è consigliabile eseguire l’intervento di criptolisi. Personalmente lo eseguo in anestesia generale in modo mini invasivo mediante Coblator; le cripte vengono sottoposte ad ablazione e viene lasciata integra la parte piu’ profonda delle tonsille. In tal modo  si riducono in modo molto significativo sia  il rischio di sanguinamento post-operatorio che il fastidio faringeo post-operatorio.

Sono stato affetto da ascesso peritonsillare che ha richiesto un ricovero ospedaliero. Mi hanno consigliato l’intervento di tonsillectomia. E’ l’unica cura possibile?

Se ha avuto un unico episodio risoltosi rapidamente si può decidere di attendere e valutare il successivo decorso clinico. Nel caso si decida per l’intervento si può valutare l’opportunità di asportare solo la tonsilla del lato in precedenza affetto dall’ascesso, sempre che non vi sia una storia clinica di tonsilliti recidivanti. La mono-tonsillectomia dimezza tutti i rischi intra e post-operatori e rende molto più blando il decorso post-operatorio.

Quando e perché si esegue la tonsillectomia?

Le indicazioni più comuni per rimuovere le tonsille sono l’apnea ostruttiva del sonno e la tonsillite ricorrente. Altre indicazioni meno comuni la difficoltà nella deglutizione e una disfunzione nell’articolazione del linguaggio.

Come vengono rimosse le tonsille?

Possono essere utilizzate due tecniche; la tonsillectomia tradizionale detta “ extra-capsulare” che comporta la rimozione della capsula tonsillare e la tonsillectomia “intracapsulare”. La tecnica extra-capsulare è quella tradizionale, che prevede l’asportazione completa delle tonsille; la tecnica intra-capsulare è stata dimostrata altrettanto efficace ma meno invasiva in numerosi studi scientifici negli ultimi anni.

Come si esegue la tonsillectomia intracapsulare?

L’ intervento può essere efficacemente eseguito con la tecnica della coblazione, o ablazione al plasma, che consente di ablare il tessuto tonsillare lasciando in sede la capsula, a protezione dei vasi, dei nervi sensitivi e del piano muscolare.

Quali sono i vantaggi della tonsillectomia intracapsulare con tecnologia coblator?

Si tratta di una tecnica mini-invasiva che agisce dissolvendo il tessuto a bassa temperatura, minimizzando quindi il danno termico ai tessuti circostanti. Inoltre la capsula lasciata in sede svolge la funzione di “medicazione” nella loggia tonsillare e ne favorisce una più rapida guarigione. Pertanto il decorso post-operatorio è molto meno doloroso, con minor rischio di sanguinamento e con una più rapida ripresa dell’alimentazione.

Quali sono le possibili complicanze della tonsillectomia?

Dopo l’intervento di tonsillectomia tradizionale è necessario assumere analgesici per almeno 7-8 giorni per ridurre il discomfort e favorire l’alimentazione a causa di dolore riferito alla gola e alle orecchie. Se è stata usata la tecnica intracapsulare il dolore post-operatorio è generalmente di minima o modesta entità e il rischio di sanguinamento è di gran lunga inferiore rispetto alla tecnica tradizionale. Questi benefici controbilanciano ampiamente la minima possibilità che si verifichi una parziale “ricrescita tonsillare” se un residuo tonsillare permane in prossimità della capsula e che questo residuo possa essere interessato nei mesi o anni successivi da processi infettivi.

Come e perché vengono rimosse le adenoidi?

Le adenoidi vengono rimosse nella maggior parte dei casi in quanto ostruiscono il rinofaringe e impediscono una corretta respirazione, spesso inoltre le adenoidi nel bambino sono interessate da processi infiammatori cronici. Eseguiamo l’adenoidectomia sotto visione videoendoscopica con ottica dedicata a 70 gradi utilizzando sia strumenti tradizionali sia, a seconda delle necessità del caso clinico, il coblator o il microdebrider.

Che vantaggio offrono il coblator e il microdebrider per l’adenoidectomia?

Questi strumenti consentono di eseguire l’intervento con maggior accuratezza, soprattutto se si utilizza il controllo videoendoscopico durante la procedura, al fine di monitorare su schermo le fasi dell’intervento per poter  asportare in toto il tessuto ostruente ed evitare il traumatismo dei tessuti circostanti

PATOLOGIE DEL NASO E DEI SENI PARANASALI

Mi sanguina spesso il naso. Mi è stata diagnosticata una epistassi anteriore e mi è stata consigliata una pomata ma il problema persiste. Cosa posso fare?

Sarà necessaria una accurata valutazione sia endoscopica nasale sia anamnestica per comprendere se vi siano fattori di rischio che predispongono al sanguinamento, come per esempio l’ ipertensione arteriosa non ben controllata.  Una volta identificate le varici che danno origine al sanguinamento si può eseguire una caustica chimica del tutto indolore; se è necessario eseguire la caustica bipolare delle varici  si pratica una  anestesia locale somministrata in spray. In una piccola percentuale di pazienti, in caso di epistassi a provenienza dalla porzione posteriore delle fosse nasali, puo’ rendersi necessario il controllo dell’epistassi in sala operatoria.

Soffro di sinusite cronica con poliposi nasale. Posso essere operato con il laser?

Questa è una domanda frequente, nell’immaginario di alcuni il laser viene considerato uno strumento all’avanguardia miracoloso. La tecnologia laser ha precise indicazioni e solo per specifici interventi. Oggi la chirurgia dei seni paranasali viene eseguita in modo mini-invasivo con la guida di strumentazione video endoscopica; possono essere ottenuti ottimi risultati con un ricovero breve della durata in genere di 24 ore.

Mi è stato proposto l’intervento di FESS per la mia sinusite cronica. Cosa vuol dire?

Il termine FESS vuol dire chirurgia endoscopica funzionale dei seni paranasali; consiste nell’aprire le vie di drenaggio dei seni paranasali che sono ristrette per motivi anatomici e/o in conseguenza di processi infiammatori cronici. L’intervento viene seguito utilizzando degli strumenti a fibre ottiche collegati ad una telecamera ad alta definizione che consente all’operatore di eseguire tutta la procedura osservando sullo schermo le fasi della chirurgia. Tutta l’equipe della sala operatoria può seguire sullo stesso schermo le fasi dell’intervento. Questa condizione facilita la massima cooperazione nell’ambito dell’equipe.

IPERTROFIA DEI TURBINATI - LA TURBINOPLASTICA - PATOLOGIE DEL NASO E DEI SENI PARANASALI

Cosa sono i turbinati?

I turbinati sono s strutture ossee poste nelle fosse nasali, ricoperte da tessuti molli, molto vascolarizzati, che svolgono importanti funzioni: regolano il flusso d’aria nasale, umidificano, purificano e riscaldano l’aria inspirata.

Che cosa è l’ipertrofia dei turbinati?

La mucosa dei turbinati si congestiona e si ispessisce quando è irritata a causa di allergie o di altri fattori ambientali (smog, inquinamento, variazioni d temperatura) o intrinseci (per esempio variazioni ormonali). I turbinati, gonfiandosi, ostruiscono la via respiratoria nasale e contribuiscono all’aumento delle secrezioni nasali.

Come si diagnostica l’ipertrofia dei turbinati?

Lo specialista otorinolaringoiatra esegue la rinoscopia anteriore e la fibroscopia nasale e valuta cosi in visione diretta le cause di ostruzione nasale.

Di notte respiro male dal naso, è possibile che la causa sia l’ipertrofia dei turbinati?

La situazione clinica nasale va valutata dallo specialista otorinolaringoiatra. L’ipertrofia dei turbinati causa in genere un aggravamento dell’ostruzione nasale quando si è distesi, in quanto aumenta la congestione vascolare e la ritenzione di secreto mucoso.

Come si cura l’ipertrofia dei turbinati?

La terapia è in prima istanza di tipo medico; a seconda delle condizioni del paziente si basa sulla detersione delle fosse nasali, sull’utilizzo di steroidi nasali o antistaminici. Tuttavia la terapia medica a volte determina solo un miglioramento temporaneo mentre un intervento chirurgico mini-invasivo può dare un risultato definitivo.

Come si esegue la chirurgia per l’ipertrofia dei turbinati?

Se la causa di ostruzione nasale è solo (o prevalentemente) l’ipertrofia dei turbinati il trattamento chirurgico definito “turbinoplastica” può essere eseguito in anestesia locale e con una blanda sedazione. La tecnica che preferisco prevede l’utilizzo della radiofrequenza (Coblator), cioè di una specie dia go che viene inserito nel turbinato e causa una riduzione del tessuto molle vascolare. A questa tecnica si può associare l’esecuzione di microfratture atraumatiche che determinano lo “spostamento” laterale della struttura ossea del turbinato inferiore, in modo da ampliare maggiormente lo spazio respiratorio.

Sono necessari i tamponi nasali dopo la turbinoplastica?

Non è necessario eseguire alcun tamponamento (tranne in rari casi e per breve tempo)

Quando posso riprendere il lavoro dopo la turbinoplastica?

Consiglio di non lavorare  per 24 ore e di evitare sforzi fisici intensi per una settimana.

LA SETTOPLASTICA - PATOLOGIE DEL NASO E DEI SENI PARANASALI

Mi sanguina spesso il naso. Mi è stata diagnosticata una epistassi anteriore e mi è stata consigliata una pomata ma il problema persiste. Cosa posso fare?

L’intervento correttivo della deviazione settale viene definito “settoplastica”, viene eseguito in anestesia generale con tecnica mini-invasiva. Si esegue una incisione sulla mucosa del setto che resta nascosta, ed attraverso l’incisione, in visione diretta e/o sotto controllo video-endoscopico mediante ottiche collegate ad una telecamera ad alta definizione e ad un monitor si esegue la correzione asportando e riposizionando le porzioni di cartilagine e di osso che sono causa di ostruzione. Al termine dell’intervento dei punti di sutura richiudono l’incisone e stabilizzano il risultato ottenuto.

L’intervento di settoplastica è doloroso?

Il fastidio post-operatorio è molto limitato e facilmente controllabile con comuni analgesici. Dopo la rimozione dei tamponi, che avviene in genere dopo 24 ore o anche meno, il fastidio si riduce notevolmente.

Sono spaventato dai tamponi nasali, per quanto tempo vengono mantenuti dopo la settoplastica?

Generalmente tutti i pazienti sono spaventati all’idea di dover mantenere i tamponi nasali per giorni e temono il dolore alla rimozione. Attualmente il tamponamento viene eseguito con tamponi simili a spugne morbide con trattamento anti aderente, che vengono intrise con un liquido che evita che si creino aderenze ai tessuti. Pertanto il discomfort è ridotto al minimo e l’asportazione del tampone è totalmente atraumatica in quanto lo stesso scivola nella fossa nasale al momento dell’asportazione.

Mi hanno detto che il ricovero per settoplastica dura parecchi giorni, è vero?

E’ assolutamente falso; nella grande maggioranza dei casi il ricovero dura circa 24 ore, in quanto si viene dimessi nel giorno successivo all’intervento, dopo la rimozione dei tamponi.

Quanti controlli sono necessari dopo l’intervento di settoplastica?

Generalmente eseguo il I controllo dopo 7 giorni e il II dopo 2 settimane.

Avrò dei lividi visibili dopo l’intervento?

Non bisogna confondere la settoplastica (= correzione della deviazione del setto nasale) con la rinosettoplastica. Quest’ultima implica una modifica dell’aspetto estetico della piramide nasale, è un intervento che ha finalità funzionale ed estetica e potrebbe in alcuni casi determinare la comparsa di lievi lividi a livello delle palpebre inferiori che spariscono successivamente. La settoplastica non comporta alterazioni dell’estetica nasale e non determina comparsa di ecchimosi.

PATOLOGIE DELLE GHIANDOLE SALIVARI

Da alcuni mesi mi sono accorta di una tumefazione della parotide. Ho eseguito una ecografia e il sospetto è che si tratti di adenoma pleomorfo. Cosa devo fare?

Le neoplasie della parotide sono benigne in circa l’80% dei casi e l’adenoma pleomorfo è il tumore più frequente; il tumore di Warthin (cistoadenolinfoma) è anch’esso molto comune, soprattutto nei fumatori dopo i 60 anni e può manifestarsi anche bilateralmente. Per la diagnosi è opportuno eseguire esami radiologici prescritti dallo specialista otorinolaringoiatra (ecografia, risonanza magnetica o TAC se opportuno) e un prelievo bioptico che viene eseguito con ago sotto controllo ecografico. Se viene confermata l’indicazione all’intervento si valuta l’opportunità di eseguire una parotidectomia superficiale oppure una asportazione più limitata (dissezione extracapsulare) se le dimensioni e la posizione della neoplasia lo consentono. Attualmente l’approccio chirurgico permette una incisione mini-invasiva estetica.

Quando mangio da alcuni giorni avverto gonfiore e tensione nella regione sottomandibolare. Ho eseguito una ecografia e mi è stato riscontrato un calcolo della ghiandola salivare sottomandibolare destra. Che fare?

E’ necessario eseguire una visita specialistica otorinolaringoiatrica. I calcoli delle ghiandole salivari si formano prevalentemente nelle ghiandole sottomandibolari e più raramente nelle parotidi.  Durante il pasto la ghiandola salivare si gonfia causando dolore in quanto il calcolo ostruisce il dotto salivare causando una vera e propria “colica salivare”.   In questa fase spesso è necessaria una terapia antibiotica, a volte associata a cortisone. L’inquadramento diagnostico con palpazione, ecografia e TAC cone beam permette in genere di definire sede e dimensioni del calcolo e di prospettare il trattamento. Anche nel caso di calcoli voluminosi attualmente è possibile evitare l’asportazione della ghiandola salivare eseguendo un trattamento conservativo che varia a seconda delle dimensioni e sede della calcolosi.

STRIDORE RESPIRATORIO NEL NEONATO E NEL BAMBINO

Che cos’è lo stridore respiratorio?

Lo stridore è un rumore respiratorio, conseguente ad una condizione di ostruzione della via respiratoria. Può manifestarsi sia durante l’inspirazione che nella fase espiratoria, ma nel lattante e nel piccolo bambino si manifesta soprattutto durante l’inspirazione.

A cosa è dovuto lo stridore respiratorio?

Lo stridore si manifesta a causa di una stenosi (= restringimento) delle vie respiratorie; il rumore è causato dalla turbolenza del flusso d’aria e dalla vibrazione delle pareti delle vie aeree. La causa più comune di stridore inspiratorio nelle prime settimane di vita è la laringomalacia.

Che cos’è la laringomalacia?

La laringomalacia è la causa più comune di stridore respiratorio neonatale. La causa predisponente è la conformazione anatomica della laringe neonatale, caratterizzata da diametri ridotti, da pliche più corte che nell’adulto e da mucose (come i cappucci delle aritenoidi, cartilagini deputate al movimento delle corde vocali) in alcuni casi ridondanti. Il flusso d’aria inspiratorio può determinare un collasso inspiratorio (una sorta di risucchio nella via aerea) dei tessuti molli posti al di sopra delle corde vocali. Questi tessuti entrano in vibrazione dando luogo al caratteristico rumore di tonalità acuta tipico dello stridore.

Cosa fare per verificare se il mio bambino ha la laringomalacia?

In tutti i casi di “rumore respiratorio anomalo” è fondamentale consultare il pediatra curante e valutare l’opportunità di eseguire una visita presso uno specialista otorinolaringoiatra che abbia esperienza nella diagnosi e nel trattamento della patologia ostruttiva delle vie aeree neonatali e pediatriche. Lo specialista potrà eseguire una valutazione endoscopica ambulatoriale e decidere se sono opportuni ulteriori esami o trattamenti.

Mi hanno detto di aspettare e che con il tempo il rumore respiratorio del mio bambino passerà, è giusto?

Nella maggior parte dei casi la laringomalacia tende a migliorare e risolversi nell’arco dei primi mesi di vita. Tuttavia soprattutto quando lo stridore si presenta non solo nei momenti di agitazione ma anche a riposo o addirittura durante il sonno, o determina difficoltà nella suzione, è essenziale consultare lo specialista otorinolaringoiatra/laringologo. In tali casi possono verificarsi conseguenze sull’accrescimento del bambino, sullo sviluppo toracico e, nei casi più gravi, anche sulla funzionalità cardiaca. Inoltre va ricordato che lo stridore può essere causato anche da altre patologie congenite più complesse che necessitano di trattamento urgente, pertanto la diagnosi clinica di laringomalacia deve essere confermata dallo specialista ORL con l’ispezione della via aerea.

L’intervento chirurgico per la laringomalacia è pericoloso?

L’intervento consiste in una sopraglottoplastica , cioè nell’asportazione e /o sezione del tessuto ridondante presente al disopra delle corde vocali. Va eseguito in anestesia generale da mani esperte e con il supporto di un servizio di anestesiologia neonatale/pediatrica dedicato. Se è garantita la presenza di una equipe esperta l’intervento può condurre ad un beneficio immediato con minimi rischi non superiori a quelli relativi ad altre procedure eseguite in età neonatale /pediatrica.

L’intervento per laringomalacia può essere eseguito a qualunque età?

Se eseguito da mani esperte e con il supporto di una equipe anestesiologica/neonatologica di comprovata esperienza, può essere eseguito anche nei primi giorni di vita.